Autore: Guido Zini
Nella lunga storia d'amore che in Toscana unisce vino e nobiltà, a volte basta un viaggio lungo la ferrovia per far scoccare la scintilla. Il racconto di oggi vede al centro i Conti Degli Azzoni Avogadro, di discendenza veneta, che, percorrendo in treno a inizio '900..
..il tragitto da Pisa a Firenze, notarono una piccola villa nelle campagne attorno Pontedera (PI), in località La Rotta. E come nel più classico dei colpi di fulmine, decisero che quella sarebbe diventata la loro nuova casa, con annesse coltivazioni agricole. Oltre un secolo dopo, a gestire l'eredità familiare si trova il Conte Aldobrando, che negli anni 2000 promuove la svolta commerciale dell'attività vinicola, fino a quel momento rivolta solo alla vendita sfusa. Ed è proprio lui che mi guida a conoscere l'azienda in occasione dell'evento Cantine Aperte.
La tenuta rappresenta il fiore all'occhiello di una produzione che vede presenti altre proprietà nel trevigiano e nelle Marche. La conduzione si ispira a una filosofia amica della natura e integrata con l'ambiente, rivolta a tutelare la diversità dell'ecosistema. Nei quindici ettari vitati la vendemmia e selezione dei grappoli sono effettuate manualmente; grande attenzione viene riservata alla pulizia in fase di vinificazione, con filtrazioni scrupolose per eliminare ogni impurità. La gamma dei contenitori prevede vasche in inox, botti in legno e tini di cemento vetrificato; inoltre, le uve bianche stazionano in un container refrigerato per una notte subito dopo la raccolta, al fine di preservare e accentuare le principali caratteristiche organolettiche.
Frutto di questo intenso lavoro sono cinque vini: due bianchi, due rossi e il classico Vin Santo.
Il Le Fonticchie 2018 IGT Toscana, 100% vermentino, si segnala per freschezza e morbidezza. Color giallo paglierino molto limpido, al naso è rotondo, con cenni sapidi che si ritrovano nel sorso. L'annata calda ha portato in dote ben 13 gradi e mezzo, che danno sostegno alla struttura senza recare squilibri. Le Fonticchie accompagna volentieri primi piatti e pesce al forno, anche di una certa consistenza.
Merita un approfondimento il Villa Sole 2018 IGT Toscana, pinot grigio in purezza, uva inconsueta in Toscana e qui introdotta dai Conti negli anni '70 in omaggio alle proprie radici. Spesso la passione aiuta a vincere le scommesse più ardite, e il Villa Sole ne è una conferma: intrigante colore ramato, grazie a una notte di contatto del mosto con le bucce a basse temperature prima della fermentazione; aromi delicati di fiori di campo; beva asciutta e scorrevole, intrisa di note vegetali e minerali. In linea con le potenzialità del vitigno, il Villa Sole – sebbene maturato in solo acciaio – si presta a un buon invecchiamento (come ho avuto modo di provare con l'annata 2013, che conserva intatte fragranza e armonia).
Anche nel Chianti 2016 DOCG i Conti non rinunciano a un tocco personale, aggiungendo al sangiovese un 10% di merlot e un 5% di syrah. Sottoposto a passaggio in cemento e poi in barriques usate per quattro mesi, il Chianti si adorna di un rosso rubino scuro, di media intensità. Aromi fruttati, con lievi note di vaniglia e spezie; in bocca i tannini mostrano uno sviluppo composto, favorendo la bevibilità e la pulizia. Bella persistenza, con un sentore pepato sul finale.
Helianthus 2015 IGT Toscana riveste il ruolo di “supertuscan”, con un blend di sangiovese al 50%, unito a merlot e syrah in parti uguali. L'elevazione avviene in barriques per almeno dodici mesi, a cui si aggiunge ulteriore riposo in bottiglia. Qui le tinte si avvicinano al porpora, con lacrime fini e fitte nel bicchiere. Profumi di piacevole complessità, con richiami di confettura misti a erbe aromatiche (in particolare la salvia). L'Helianthus offre al sorso corpo e calore, tannini solidi e spunti balsamici, rivelandosi già pronto per il consumo, anche se un periodo aggiuntivo di attesa può conferire altro beneficio.
L'atto conclusivo è riservato al Baciamano 2009 DOC Vin Santo di San Torpé, da sole uve trebbiano lasciate appassire prima in vigna dopo il taglio dei grappoli, poi appese a tralicci nei locali della cantina. I tradizionali caratelli custodiscono per circa quattro anni il prezioso liquido (pensate che la resa è del 16%), mentre almeno due sono gli anni passati in bottiglia. Fedele al suo nome, il Baciamano possiede una dolcezza leggera e gentile, con aromi canditi di bell'impatto e una beva fine, dove l'acidità compensa con successo la componente zuccherina. Sapore di miele e pesca in confettura, e un finale lungo e ammandorlato completano il quadro di un vino da dessert esemplare per gusto e bilanciamento.
Guido Zini, autore del pezzo di oggi, ci racconta l'esperienza della giornata: "Di origine germanica (legata addirittura all'imperatore Ottone), la casata dei Conti Degli Azzoni Avogadro è arrivata dal Veneto per valorizzare una parte rigogliosa di Toscana, ricca di terreni fertili e di florida vegetazione. Oggi il Conte Aldobrando tiene alto il nome di famiglia con vini sinceri e di qualità, che esprimono il potenziale del territorio con discrezione e senza eccessi, come si conviene a un vero carattere nobile."
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