Young to Young: tre giovani vignaioli interpretano il territorio

Autore: Guido Zini


Young to Young Vinitaly Etesiaca itinerari di vino

Al Vinitaly si rinnova puntuale l'appuntamento di Young to Young, evento promosso dal team de Il Golosario – capitanato da Paolo Massobrio e Marco Gatti - per invitare al confronto i giovani comunicatori dell'informazione con i giovani vignaioli.

Young to Young Vinitaly Etesiaca itinerari di vino

Come di consueto i produttori presenti sono portatori di un forte slancio innovatore, segnalandosi per aver restituito prestigio e visibilità, con il loro lavoro, alla viticoltura delle terre d'origine.

Ma vediamo chi sono i tre protagonisti del 2019.

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TENUTE PACELLI – MALVITO (CS)

Parla al femminile l'azienda Tenute Pacelli, per merito delle due sorelle Carla e Laura – quest'ultima a introdurre oggi la loro esperienza - che nel bagaglio personale (padre napoletano, madre istriana, cresciute professionalmente a Milano) portano l'attitudine al cambiamento e alla contaminazione culturale. Non sorprende perciò la loro scelta di recuperare dei terreni di famiglia in Calabria, ampliando le uve presenti con altre varietà alloctone, selezionate in base alle caratteristiche pedoclimatiche dell'area, situata sotto il monte Pollino. Particolare importanza è stata riservata alla pratica del sovescio, per ottimizzare le proprietà dei terreni, fertili e ricchi di sostanze ferrose, e far sentire così il marchio territoriale. Nell'originale elenco dei vini prodotti, il rosato Malvarossa 2016 rappresenta l'ultima novità. Si tratta di una proposta atipica, in quanto ricorda più un rosso scarico nel colore, anche se la macerazione – le uve sono magliocco dolce e merlot – si attesta sulle 4 ore. Naso di macchia mediterranea e note selvatiche, lacrima veloce e densa, il Malvarosa non cerca compromessi e conquista per scorrevolezza e freschezza, nonostante la discreta gradazione, conservando sempre un invidiabile equilibrio. Un vino molto versatile e gustoso, che ben si associa alla cucina regionale anche più corposa.

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CANTINA ABRIGO GIOVANNI – DIANO D'ALBA (CN)

Custodire la tipicità del territorio: questa la missione che Giulio Abrigo – assieme al fratello Sergio, terza generazione di viticoltori della cantina fondata dal nonno Giovanni - ha assunto come proprio obiettivo. Un obiettivo che si traduce in azioni concrete, dalla lavorazione separata di ogni parcella di vigneto, all'attenzione per la ecosostenibilità e a tutti gli accorgimenti utili per tutelare lo splendido scenario delle Langhe, sia dal lato paesaggistico sia dal lato della tradizione enoica. E a proposito di tradizione, Diano è indubbiamente sinonimo di dolcetto, tanto da ottenere una specifica DOCG nel 2010. Gli Abrigo si fanno portavoce di questa vocazione con vini autentici, fedeli allo spirito del varietale in quest'area, dove esprime particolare finezza ed eleganza. Premesse che il Dolcetto di Diano d'Alba DOCG Superiore Garabei 2016 rispetta al 100%. Da uve dolcetto in purezza, provenienti dalla particella più vecchia del Sorì attorno alla cascina di famiglia (il Sorì è una collina dalla posizione particolarmente favorevole, censita a Diano in una mappatura ufficiale) dopo la fermentazione alcolica e malolattica in acciaio, svolge affinamento in cemento e 5/6 mesi di riposo in bottiglia prima di essere commercializzato. Il tipico colore rosso tendente al porpora testimonia da subito l'appartenenza di questo vino, pensato per dare il meglio nell'invecchiamento.  Aromi rustici, di campo, si mischiano a frutta rossa matura; in bocca l'ingresso è morbido, con sapore intenso – quasi terroso - e una decisa scia tannica nel finale che fa presagire un lungo cammino davanti a sé.

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CANTINA LAZZARI – CAPRIANO DEL COLLE (BS)

DOC Capriano del Colle: un nome che fino a qualche tempo fa suscitava smarrimento in tanti wine lovers, adesso sta diventando una solida realtà grazie all'opera della cantina Lazzari - qui rappresentata da Davide - e dei suoi vini ormai pluripremiati. Fiducia nella denominazione e nelle potenzialità del terroir – il Montenetto, caratterizzato da argille rosse; ricerca della qualità in ogni aspetto (regime biologico, interventi limitati in vigna, basso utilizzo dei solfiti, salvaguardia dell'habitat naturale); valorizzazione dei vitigni locali, sono i punti fermi aziendali che hanno portato ai risultati oggi apprezzati dalle principali guide e rassegne. Al top – come riconosciuto anche dal Golosario - spicca senz'altro il Riserva degli Angeli 2015 Capriano del Colle DOC, blend di marzemino al 60% e merlot, cabernet sauvignon e sangiovese al 40%. Il marzemino è sottoposto a un breve appassimento prima della vinificazione per conferire una spalla più robusta, con affinamento in botte grande, mentre le altre uve affinano in barrique; poi assemblaggio e riposo di alcuni mesi in bottiglia. Colore rosso rubino intenso e consistente, profumo di mirtillo e spezie, sorso rotondo con un abbraccio di frutta rossa avvolgente e godibile fanno del Riserva degli Angeli un rosso di grande caratura, che può essere bevuto da subito oppure destinato a una promettente evoluzione.


Guido Zini, autore del pezzo di oggi, ci racconta l'esperienza della giornata: "Un patrimonio da preservare, una DOC da rilanciare, una regione da promuovere: tre diverse sfide per i giovani vignaioli presentati oggi a Young to Young, ma tutte accomunate dalla passione e dalla volontà di costruire un ponte tra passato, presente e futuro. E quest'incontro dimostra che la strada intrapresa è quella giusta, una strada dove l'impegno per ottenere vini di grande livello viaggia di pari passo con la sensibilità verso l'ambiente che dà loro vita."

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