Dove il vino nasce dal fuoco..

Autore: Guido Zini


Vinitaly Napoli Cantine Astroni Etesiaca itinerari di vino

Chi non sogna di avere una terrazza con vista su Napoli?

E che ne direste se questa terrazza fosse adornata di rigogliose viti?

Di recente ho scoperto che un'azienda ha tramutato il sogno in realtà..

..si tratta di Cantine Astroni, con sede sulle pendici dell'omonimo cratere dei Campi Flegrei, la fascia collinare di origine vulcanica che domina la splendida città partenopea. Una zona dunque, non solo ammantata di bellezza (oasi WWF e un tempo riserva di caccia borbonica), ma soprattutto rigogliosa - attributo noto fin dall'epoca dei Romani - e in grado di regalare vini dal marcato accento territoriale. Non a caso il fondatore di Cantine Astroni – Vincenzo Varchetta . decise, già alla fine del 1800, di scommettere sui vitigni autoctoni, peraltro risparmiati dalla fillossera proprio grazie alle proprietà dei suoli. Dopo oltre un secolo l'azienda, che conta su 23 ettari vitati distribuiti su più appezzamenti, mantiene la stessa filosofia, dedicandosi alle due varietà di elezione del posto: falanghina e piedirosso. Ad accogliermi allo stand è Emanuela Russo, che rappresenta un ramo della famiglia Varchetta, rimasta di generazione in generazione alla guida dell'attività.

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Al pari di altre regioni vinicole italiane dall'antica tradizione – spiega Emanuela - anche i Campi Flegrei hanno passato un periodo d'abbandono, tornando solo in tempi recenti a raccogliere le meritate attenzioni. Per questo il ruolo di produttori come Cantine Astroni riveste una valenza quasi eroica, sia per la conservazione del patrimonio di uve locali, sia per la salvaguardia dell'ambiente da fenomeni di degrado, dovuti all'incuria e alla natura tumultuosa dei terreni. Un impegno difficile, ricompensato però dalla ricchezza e complessità di sfumature che qui la viticoltura può offrire: un invito a nozze per ogni vignaiolo desideroso di dare un segno inconfondibile al proprio lavoro.

Ne ho subito conferma assaggiando le tre declinazioni di falanghina e due di piedirosso presenti nella gamma selezionata dell'azienda, tutte provenienti da micro parcelle collocate a diverse altitudini ed esposizioni.

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A partire dal bianco Colle Imperatrice Campi Flegrei DOP 2017, 100% falanghina, maturato in solo acciaio con quattro mesi di riposo sulle fecce, dal colore giallo paglierino limpido, e un profumo intenso di fiori bianchi misti a pietra focaia. Il sapore è rotondo, di frutta a polpa bianca, con un'acidità pronunciata e buona lunghezza. Un sorso del 2018 rivela il maggior equilibrio dell'annata, con la componente sapida in bella evidenza, oltre a un piacevole gusto agrumato.

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Il cru Vigna Astroni Campi Flegrei DOP 2016 nasce da uve falanghina raccolte a mano e sottoposte a lieve pressatura, col mosto che resta a contatto qualche ora con le bucce. I mesi di riposo “sur lie” arrivano a otto, sempre in contenitori di acciaio, per preservare la freschezza. Nel bicchiere il Vigna Astroni assume toni brillanti, e si distingue per la corposità sia al naso, sia in bocca. Nei sentori si sovrappongono note minerali, ammandorlate, di felce, che – accompagnate alla solida struttura – rendono la beva veramente accattivante. Produrre un bianco dall'equilibrio così ottimale, con due anni e mezzo alle spalle e senza passaggi in legno, non è impresa da tutti.

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Per esplorare le potenzialità d'invecchiamento della falanghina, ecco lo Strione Campania IGP 2013, che compie un percorso molto articolato: macerazione del mosto sulle bucce per quasi una settimana, fermentazione per l'80% in acciaio e per il 20% in tonneaux, parziale malolattica, affinamento sulle fecce per un minimo di dodici mesi e ulteriore riposo in bottiglia. Giallo paglierino dai riflessi dorati, lo Strione armonizza scintille di gioventù (richiami vegetali, citrici) con un carattere gagliardo (consistenza burrosa, salinità, gusto persistente), mostrando in modo eloquente il valore del vitigno e le sue doti evolutive, sicuramente accentuate dalla specificità del territorio.

In un'area vulcanica spesso l'ordine delle cose si rovescia, e ciò vale anche per il vino, con il rosso nel ruolo del prodotto da consumo immediato e semplice, dato che il piedirosso (o per'e palummo, dal colore del raspo simile a quello della zampa di un colombo) per le sue caratteristiche si presta ottimamente a questa parte. E Cantine Astroni affida il compito all'etichetta Colle Rotondella Campi Flegrei DOP 2017, 100% piedirosso, solo un breve affinamento in acciaio dopo la fermentazione per conservare al meglio le espressioni tipiche del vitigno: gran sapore fruttato, tannini lievi, speziature, calore e asprezza. Un rosso verace, facile (12°) e allegro, consigliato – mi suggerisce Emanuela – anche con il pesce: peccato non avere in Toscana qualcosa di simile!

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Ma l'estro della cantina non si ferma qui.

Il Tenuta Camaldoli Piedirosso Riserva Campi Flegrei DOP 2015 giova dei grappoli con migliore collocazione, raccolti circa due settimane dopo rispetto al resto della vendemmia. La lavorazione vede coinvolti diversi tipi di legno: tini in ciliegio per la fase fermentativa; botti di castagno, ciliegio e rovere – dove il mosto viene suddiviso - per l'affinamento di circa sei mesi. Addirittura venti sono i mesi passati in bottiglia prima della messa in commercio: un “viaggio” che porta ad assestare le qualità del piedirosso prima descritte. Il naso si contorna di aromi balsamici e frutta ancora viva; il sorso è schietto, diretto, e abbonda di acidità, mentre il tannino resta fine e leggero. Di nuovo bella persistenza e finale minerale, con una piccola scia amaricante a dare il sigillo del terroir.


Degli Azzoni Avogadro Toscana Etesiaca itinerari di vino

Guido Zini, autore del pezzo di oggi, ci racconta l'esperienza della giornata: "Due visite a Napoli mi avevano già portato sulle tracce di Cantine Astroni, e fare la loro conoscenza al Vinitaly ha confermato quanto di buono sospettavo: ho trovato un'azienda dinamica, convinta dei propri passi, che fa tesoro dell'eredità vitivinicola legata ai Campi Flegrei e la interpreta con uno stile moderno. Vini accessibili, appaganti, di forte identità e dall'animo sincero che attendono solo di essere scoperti dal grande pubblico."

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