Dentro i racconti dei produttori di Orcia Wine Festival


San Quirico d'Orcia. Itinerario di vino. Foto Blog Etesiaca

Quello del 25 aprile è stato un ponte tanto impegnativo (ben 2 eventi in 3 giorni) quanto piovoso.

Intanto voglio raccontarvi l'evento di ieri, l'Orcia Wine Festival, una piacevole scoperta sia per la qualità dell'organizzazione sia per la qualità delle aziende presenti..

Per vivere appieno la magia della primavera in Val d'Orcia, avevo prenotato la bici (nel programma era inserito il pacchetto wine bike per fare una visita e degustazione in cantina direttamente con la bici).

Purtroppo il tempo non ci ha consentito l'uscita da Palazzo Chigi.

Ci siamo dovuti "accontentare" delle 17 aziende presenti all'iniziativa, tutte produttrici dell'ottimo Orcia DOC (leggi il mio post su Orcia DOC. Come conoscere il vino che sta tra il Brunello e il Nobile).

Orcia Wine Festival. Itinerario di vino. Foto Blog Etesiaca

E ci siamo dovuti accontentare di una location come quella di Palazzo Chigi, molto suggestiva, soffitti e pareti affrescati all'interno delle sale settecentesche.

Soffitti di Palazzo Chigi, San Quirico d'Orcia. Foto Blog Etesiaca

E poi che dire del gioiellino di San Quirico d'Orcia, gemello di Pienza, forse tanto più affascinante quanto più selvaggio. 

La Toscana meridionale la conosco come le mie tasche, i paesi del senese li ho girati tutti in lungo e in largo.

Però San Quirico d'Orcia ed in particolare la strada che da Pienza arriva qui, è un posto speciale e merita senz'altro un passaggio ed una sosta per visitarlo. Insieme a lui, sono pochi altri ad avere mantenuto la schiettezza e la genuinità di un tempo (Radicofani e gli altri comuni sul versante amiatino, rispetto ai famosissimi e turisticissimi Montepulciano, Pienza e Montalcino).

San Quirico d'Orcia. Itinerario di vino.  Foto Blog Etesiaca

Tornando all'evento, ho assaggiato tutte le aziende, alcune le conoscevo già, altre sono state una piacevolissima sorpresa.

In generale ho scoperto un terroir incredibile (non a caso siamo tra il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano), da cui vengono prodotti vini che hanno lunghissima vita e che esprimono il loro valore dopo anni e anni di affinamento in bottiglia. I produttori di Orcia DOC stanno imparando con il tempo a ricercare, riconoscere e valorizzare questa caratteristica all'interno dei loro prodotti.

Podere Forte, azienda biodinamica totalmente green ed ecosostenibile, aveva in assaggio due delle tre etichette importanti: Petrucci 2011, 100% sangiovese, il Grand Cru fatto di profumi e sapori unici, sapientemente equilibrato nei tannini e nella mineralità, e Guardavigna 2009 e 2012, un blend di Cabernet Franc in maggioranza, con aggiunte di Merlot e Petit Verdot, molto elegante e rotondo, consigliato per i palati più raffinati. Una bella conferma (li conoscevo ma non avevo mai avuto il piacere di degustare i loro vini), qualità che non ha paragoni, neanche nel prezzo, ben sopra la media.

Podere Albiano, azienda interessante con un'etichetta molto accattivante. Mi è piaciuto molto il loro Ciriè Orcia DOC e Tribolo Orcia DOC Riserva. Il Ciriè si trova in vendita in azienda a circa 15€, prezzo interessante.

Azienda agricola Bagnaia di San Quirico fa un ottimo Orcia DOC La Fonte 2011, ad un rapporto qualità prezzo eccezionale (10€), ed un originale Petit Verdot in purezza (addolcito dall'invecchiamento in legno).

La Fattoria del Colle, azienda di Donatella Cinelli Colombini, non ha certo bisogno di presentazioni.

Io vorrei soltanto menzionare il suo IGT Toscana, il Drago e le Otto Colombe, un blend di Sangiovese, Merlot e Sagrantino. Quest'ultimo vitigno rappresenta senz'altro un'unicità in Toscana, in un vino che ho apprezzato molto.

In ultimo Poggio Grande, un'azienda davvero molto molto interessante.

E' stata una bella scoperta per il bianco IGT Tagete, che stranamente in una terra di rossi, colpisce per la sua originalità di uve utilizzate (Marsanne e Rousanne, vitigni francesi per eccellenza) e per il suo gusto molto aromatico ed intenso (fermentazione malolattica ed utilizzo della tecnica del batonnage, affinamento in legno e poi in bottiglia). 

In realtà un vino come questo non è unico solo in Toscana, ma in parte anche in Italia.

Fatto per essere invecchiato, non delude per le grandi occasioni. 

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